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Morte di Michael Jackson: il Parere Del Cardiologo Guidalberto Guidi

Pubblicato da Dr.Guidalberto Guidi in News · 25/9/2010 12:16:00
Tags: MortediMichaelJackson
Mi è stato chiesto un parete medico cardiologico sulla morte della popstar Michael Jackson. Innanzitutto dobbiamo basarci sui dati in nostro possesso resi pubblici da fonti ufficiali.

L’Antefatto

M.J. soffriva da molti anni di farmacodipendenza intesa come massima espressione del suo significato tanto che faceva abitualmente uso ed abuso di narco-farmaci, analgesici maggiori e addirittura anestetici ipno-inducenti.

Da più fonti vengono citati Demeron, Oxycontin e persino il Diprivan. Mentre i primi sono utilizzati nella terapia del dolore, soprattutto in campo oncologico essendo derivati della morfina, il Diprivan (Propofol in U.S.A.) è un potente farmaco di specifica pertinenza anestesiologica che viene utilizzato per indurre l’anestesia. E’ di rapido effetto, agisce in pochi minuti con breve durata d’azione, utilizzato frequentemente in cardiologia per anestetizzare rapidamente il Paziente durante la “cardioversione elettrica”.

"Cardioversione elettrica: questa manovra consiste nell’erogare una o più scariche elettriche di alto voltaggio sulla zona del torace che corrisponde alla posizione del cuore, per risincronizzare il ritmo normale in caso di aritmie sopraventricolari come il flutter o la fibrillazione atriale. In tali circostanze considerate di elezione, il paziente è cosciente, ed essendo la procedura estremamente dolorosa vi è la necessità di addormentarlo profondamente, rapidamente e per breve tempo.
Nel caso opposto di grave aritmia ipercinetica ventricolare senza portata cardiaca o nell’arresto cardiaco il paziente è già in stato di completa incoscienza mancando il minimo flusso cerebrale e non è quindi necessaria anestesia."

Non è difficile intuire quali devastanti effetti possano provocare queste sostanze nell’organismo specialmente se assunte ripetutamente. Pare che Jacko frequentasse volentieri gli studi dentistici per farsi somministrare vari anestetici, e che si facesse iniettare il Diprivan per indurre il sonno.

Il Fatto

Ma veniamo al fatto: Jacko è trovato nel suo letto in stato di incoscienza, il corpo caldo, presenza di polso, assenza invece di respiro spontaneo. Per questo motivo gli sono immediatamente praticate le manovre di CPR (Cardio Pulmonary Resuscitation): su questo punto si sono già accese molte polemiche: il massaggio cardiaco è stato praticato al letto di Jacko mentre le procedure standard prescrivono di eseguirlo su di un piano rigido per poter essere efficace nel ripristinare una minima portata cardiaca. Mentre il Medico tentava la rianimazione viene chiamato il 911 (il nostro 118) che giungeva con equipe rianimatoria la quale proseguiva la CPR per 45–60 minuti circa anche durante il trasportato di Jacko al Medical Centre, dove poco dopo veniva ufficialmente dichiarato il decesso.

L’Autopsia

Veniamo ora ai dati ufficiali in nostro possesso della prima autopsia: il corpo appariva notevolmente denutrito, anoressico, quasi scheletrico, praticamente privo di capelli e lo stomaco conteneva solo alcune pillole parzialmente digerite. Gomiti, braccia e spalle erano martoriati dalle ripetute iniezioni di analgesici e anestetici somministrati tre volte al giorno per anni. Sono state rilevate cicatrici al volto riferibili a 13 interventi di chirurgia estetica. Estese abrasioni alle ginocchia e una ferita al dorso, probabilmente indicativi di una recente caduta. Sul torace nella zona del cuore 4 siti di iniezioni, corrispondenti alle iniezioni intra-cardiache di adrenalina nel tentativo non riuscito di ripristinare adeguata attività cardiaca. Tre iniezioni hanno raggiunto il cuore danneggiandolo, una invece si è conficcata in una costola.
Dalla travagliata e complessa storia sanitaria di Jacko emergono alcune importati discrezioni: che fosse affetto da deficit congenito di Alfa 1 antitripsina enzima la cui mancanza provoca la “mucoviscidosi”, malattia grave che coinvolge le vie respiratorie con broncopneumopatie croniche, il pancreas con pancreatici ricorrenti, disturbi della vista fino alla cecità ecc…

Questa anomalia qualora fosse confermata, potrebbe essere determinante nella causa di morte. Potrebbe anche spiegare perché Jacko dormisse abitualmente in un ambiente saturo di ossigeno e perché spesso si presentasse in pubblico con una mascherina sul volto o addirittura con una specie di scafandro trasparente dove veniva immesso ossigeno: è verosimile l’ipotesi che si proteggesse da potenziali infezioni notoriamente più frequenti e con decorso molto più grave in soggetti affetti da mucoviscidosi.

Viene anche riferito che assumesse un solo pasto frugale al giorno, insufficiente come quantità e questo spiegherebbe il suo aspetto anoressico ed emaciato, oltre che confermare un grave indebolimento del suo organismo.

"Iniezione di adrenalina: in caso di arresto cardiaco irreversibile è raccomandata l’iniezione intra-cardiaca di adrenalina, il farmaco è un potente stimolante del cuore e dei vasi in grado di aumentare la frequenza cardiaca, la forza di contrazione del muscolo cardiaco, aumentare le resistenze periferiche dei vasi sanguigni e di aumentare o sostenere la pressione arteriosa. Ma si tratta di una procedura estrema è come tale gravata da gravi rischi: si pratica a paziente supino con un lungo ago posto perpendicolare al piano del torace in IV° spazio intercostale a 1 – 2 cm. a sinistra dello sterno. Il lungo ago deve penetrare profondamente nel torace per alcuni centimetri fino a raggiungere la parete libera del ventricolo destro che nella normale posizione nel torace è posto anteriormente al ventricolo sinistro.

L’ago deve penetrale totalmente la parete del muscolo cardiaco e deve essere spinto fino alla cavità del ventricolo destro: ciò è riconoscibile da un cardiologo rianimatore esperto in quanto si aspira con una siringa collegata all’ago del sangue desaturato cioè cianotico. Solo quando vi è la certezza di questa posizione dell’ago si può iniettare l’adrenalina che essendo immediatamente in circolo spesso è in grado di accelerare e potenziare il battito cardiaco altrimenti impercettibile ed insufficiente. Se però il farmaco viene iniettato nel muscolo stesso invece che nella cavità ripiena di sangue venoso, si ottiene l’effetto opposto perché l’adrenalina è di per se aritmogena e può quindi scatenare aritmie irreversibili e mortali non suscettibili di terapia alcuna."

Alcune costole erano fratturate, esito verosimilmente di vigoroso massaggio cardiaco esterno durante la CPR. Purtroppo questo è quanto descritto dall’autopsia ufficiale ed è insufficiente per un giudizio definitivo e certo. Mancano dati fondamentali quali:

  • esame macroscopico del cuore: peso, volume, consistenza al tatto, zone di infarcimento emorragico, dati sulle arterie coronarie, calcificazioni, trombi freschi, placche ateromasiche, stridore al taglio (tipico della sclerosi coronarica), eventuali anomalie di origine e decorso. L’esame microscopico: lo stato delle miofibrille, edemi? infarcimento?
  • e poi i polmoni: il loro aspetto, il peso, erano edematosi? Infarciti di sangue o di liquido di trasudazione?
  • Il fegato? Forma, aspetto, peso, volume, presentava cirrosi?

Le Conclusioni

Al momento sono quesiti senza risposta e potrebbero forse essere chiariti dalla seconda autopsia, quella richiesta dalla famiglia. Ma veniamo ora all’analisi dei dati finora in nostro possesso: Jacko non è deceduto per morte improvvisa. In cardiologia con questo termine si definisce un’improvvisa assenza della funzione cardiaca per arresto vero e proprio (asistolia) o per aritmia ventricolare grave come la fibrillazione ventricolare, incompatibile con la vita.

In questi casi l’individuo perde coscienza in pochi secondi e se non prontamente soccorso la morte cerebrale irreversibile avviene in pochi minuti. Non è questo il caso di Jacko in quanto il medico che ha prestato per primo i soccorsi ha dichiarato “…Il corpo era caldo …il polso era presente …non respirava…” Questi pochi dati ci consentono di affermare che non è stato un arresto cardiaco improvviso. Questo termine è stato impropriamente usato dal Medical Centre che ha dichiarato il decesso. E’ ovvio che in caso di morte vi sia un arresto cardiaco, per la legge italiana questo termine non può essere utilizzato come causa di morte in quanto ovvio, ma sui certificati ufficiali e moduli ISTAT deve essere citata la causa che ha portato alla morte e quindi all’arresto cardiaco.

Ma allora che cosa ha portato Jacko allo stato comatoso di incoscienza e di assenza del respiro?

Una risposta plausibile è che si è trattata di insufficienza respiratoria prolungata fino all’arresto respiratorio, mancanza di ossigeno al cervello ed agli organi vitali, sopore e coma. Non ci è dato di sapere quanto tempo sia intercorso tra l’inizio della mancata ossigenazione e il momento in cui Jacko è stato soccorso. Su quale sia stata la causa dell’insufficienza respiratoria vi sono pochi dubbi: probabilmente non un farmaco specifico, ma un micidiale cocktail di più sostanze neuro tossiche. Il suo cardiologo Dottor Murray da parte sua nega di aver praticato una iniezione di Demeron al suo paziente: “ …mai … non oggi … !”

Ammettendo questa versione dobbiamo comunque ricordare che molte sostanze sedative ed ipnotiche possono provocare arresto respiratorio, ipotesi molto più probabile se pensiamo che l’organismo era notevolmente debilitato e che forse preesisteva una condizione di BPC (Bronco Pneumopatia Cronica) magari sostenuta dal deficit di Alfa-1-Antitripsina. Molti narco-farmaci se assunti in eccesso o in associazione possono provocare una alterazione delle pressioni nei vasi polmonari, aumento repentino della permeabilità con conseguente “allagamento” degli alveoli o degli interstizi che sfociano nell’Edema Polmonare Acuto.

Questa è una gravissima condizione che se non viene adeguatamente trattata può portare alla morte per auto-soffocamento. Se il paziente poi è profondamente sedato, non assume la più favorevole condizione seduta, non aumenta istintivamente le frequenza respiratoria, scivola quindi in un grave stato di ipossia (ridotta ossigenazione) tanto da non riuscire neanche a chiedere aiuto, passa così dal sopore profondo al coma fino alla morte. Credo che questo sia ciò che è realmente accaduto, probabilmente indipendentemente dalla ipotetica iniezione di Demeron.

Una narco-tossico con dipendenza cronica, un fisico debilitato, un cuore sfiancato, polmoni compromessi: un destino segnato dall’eccesso degli eccessi. Rimarrà un mito, un genio per le sue doti artistiche, ma come uomo era votato all’auto-distruzione.

Fonti di questo articolo:



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