Le terapie prescritte devono essere seguite scrupolosamente: ogni modifica della terapia e del dosaggio dei farmaci deve essere concordata con il medico curante al fiine di non incorrere nel rischio di complicanze anche temibili, come l’edema polmonare acuto. Una terapia inadeguata comporta a livello casistico il 60% di instabilizzazioni della malattia. Ogni dubbio e perplessità riguardo alla terapia inclusi gli ventuali effetti indesiderati devono sempre essere prontamente segnalati al proprio medico.
Il paziente deve sottoporsi a dei controlli cardiologici periodici, che comprendono l’ecocardiogramma e gli esami del sangue, come l’azotemia, la creatininemia, gli elettroliti ed eventualmente la digossinemia, poiché alcuni farmaci influenzano questi parametri.
L’attività fisica non è proibita in caso di insufficienza cardiaca, se non a pazienti in condizioni gravi: è accertato che le normali attività quotidiane quali camminare o andare in bicicletta in pianura non sono controindicate in casi di scompenso lieve, anzi, migliorando il grado di allenamento, riducono il lavoro cardiaco. E’ importante svolgere attività piacevoli che non inducano sintomi, mentre sono proibiti sport competitivi e faticosi.
Le infezioni sono uno dei fattori aggravanti lo scompenso cardiaco e l’insufficienza cardiaca, soprattutto negli individui più compromessi e più anziani. Vanno quindi evitate situazioni a rischio quali il contatto con persone influenzate, gli sbalzi di temperatura, la trascuratezza di eventuali infezioni ed occorre intervenire con un programma di vaccinazione antinfluenzale e con una adeguata terapia antibiotica quando richiesto.
E’ importante controllare le eventuali patologie associate come il diabete, l’ipertensione arteriosa, l’ischemia miocardica, le aritmie, la bronchite cronica: il mancato controllo di questi fattori può aggravare il quadro clinico.