Imparare a mangiare in tempi di crisi globale si lega perfettamente all’ideale Nutrizione Mediterranea, recentemente considerata patrimonio culturale dell’Unesco, non solo per le indubbie qualità benefiche per la salute, ma anche per l’ecosostenibilità. Preferisco parlare di Nutrizione in quanto la parola “dieta” ha assunto un colorito sgradevole nella lingua italiana, è associata a rinuncia, restrizione e cura medica, mentre in realtà significa stile di vita con particolare attenzione all’assunzione quotidiana del cibo associata al movimento per rimanere in buona salute.
Il mondo occidentale vive oggi in un regime di sovralimentazione permanente, con il conseguente aumento di malattie gravi cardiovascolari e tumorali. Non tutti sanno che un drastico crollo dei casi di tumore si è avuto nel periodo bellico e subito dopo, quando c’era poca disponibilità di cibo e in modo particolare di carne.
L’obesità che oggi raggiunge proporzioni epidemiche, è un disordine complesso che dipende dall’interazione di molti geni con la nutrizione. Lo stile di alimentazione è determinato in larga misura da stimoli non nutrizionali: ambientali e cognitivi oltre che endocrini. Un ritorno alla natura ossia ad alimenti meno elaborati è auspicabile, soprattutto nel prevenire alcune forme tumorali dato che il 30 % di esse è determinato dall’alimentazione mentre non più del 5 % dall’inquinamento ambientale.
Addirittura il cancro dell’intestino è particolarmente assente nei vegetariani. Non solo, ma privilegiare il consumo di frutta e verdure rispetto alla carne apporta una notevole riduzione dell’inquinamento ambientale. In un prossimo futuro, come con grande lungimiranza affermava Einstein, sarà una scelta obbligata proprio perché il pianeta Terra ha una capacità limitata di produrre cibo e acqua, e l’umanità potrà sopravvivere solo se adotterà una dieta prevalentemente vegetariana.
Attualmente i terreni coltivabili vengono sottratti all’agricoltura per l’allevamento e invece di produrre cereali, che potrebbero sfamare milioni di persone, diventano mangime per miliardi di animali di allevamento ed ancor peggio vengono utilizzati per produrre biocarburante. La cosiddetta globalizzazione ha di fatto aumentato il fabbisogno energetico ed iperalimentare con il risultato di una spinta inflativa dei prezzi del carburante e del cibo, che inevitabilmente penalizzeranno sempre di più le popolazioni povere.
La cucina italiana, specie quella rustica, raccoglie la sapienza tradizionale di generazioni e generazioni di cuochi che hanno imparato un po’ per volta ad utilizzare al meglio lo scarso e povero alimento disponibile. Saggia la scelta di alcuni ristoratori italiani di proporre menù a “Km zero”, ovvero di utilizzare alimenti del territorio e di stagione per limitare trasporti e costi accessori inutili.E’ il vero concetto di nutrizione Mediterranea! Un ulteriore conferma della qualita’ dei nostri prodotti mediterranei è l’utilizzo a scopo cosmetico degli stessi nobili principi attivi, tanto che ormai si parla di Cosmeceutici, tale è la rilevanza clinica dei benefici sull’invecchiamento cutaneo. Mangiare poco e scegliere cibi semplici e non elaborati è il segreto per mantenersi in ottima salute e non creare ulteriori danni all’ambiente circostante.
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